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CENTRO ANTIVIOLENZA DI TRENTO AMMESSO TRA LE PARTI CIVILI NEL PROCESSO MANFRINI

CENTRO ANTIVIOLENZA AMMESSO TRA LE PARTI CIVILI

Femminicidio di Nago, Marco Manfrini rinviato a giudizio

TRENTO. È stato rinviato a giudizio Marco Manfrini, il cinquantenne di Rovereto accusato di aver ucciso la moglie Eleonora Perraro, picchiandola e strangolandola, il 5 settembre dell’anno scorso nel giardino del locale Sesto Grado a Nago Torbole.

La decisione è stata presa dal gup di Rovereto Mariateresa Dieni nel corso dell’udienza preliminare. Il giudice ha accolto tutte le richieste del pubblico ministero Fabrizio De Angelis.

L’accusa è di omicidio volontario pluriaggravato. Il gup ha disposto anche il sequestro cautelativo della casa dove la coppia viveva. Decisione presa per garantire l’eventuale risarcimento che potrà essere chiesto dalle parti civili. In attesa del processo, che inizierà il 2 febbraio 2021, Manfrini rimarrà agli arresti domiciliari. 

A sorpresa all’udienza si è presentato chiedendo di essere ammesso tra le parti civili anche il Centro Antiviolenza del Coordinameto Donne di Trento, rappresentato dall’avvocato Elena Biaggioni. E’ stato ammesso e quindi affiancherà le altre parti civili nel processo in corte d’assise.

“Interveniamo nel processo – ha spiegato lo stesso avvocato Biaggioni – a sostegno della vittima e dei suoi familiari per sottolineare che questo è un femminicidio. Prodotto da una catena culturale che rende possibili episodi simili. Crediamo sia importante dare la cornice in cui maturano fatti come questo. Non puntiamo a risarcimenti in denaro: il nostro scopo è cercare di aiutare a scardinare stereotipi molto forti. Punire il singolo reato è indispensabile, ma forse ancora più importante è lavorare per un cambiamento culturale che prevenga il ripetersi di episodi tragici come questo.”

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